L'astrolabio
La macchina della memoria
"Era la peste dell'insogna. [...] Ma l'india spiegò loro che la cosa più terribile della malattia dell'insogna non era l'impossibilità di dormire, dato che il corpo non provava alcuna fatica, bensì la sua inesorabile evoluzione verso una manifestazione più critica: la perdita di memoria." [...] José Arcadio Buendìa decise allora di costruire la macchina della memoria che una volta aveva desiderato per ricordarsi delle meravigliose invenzioni degli zingari. Il marchingegno si basava sulla possibilità di ripassare tutte le mattine, e dal principio alla fine, la totalità delle nozioni acquisite nel corso della vita. La immaginava come un dizionario girevole che un individuo situato al centro potesse manovrare mediante una manovella, in modo che in poche ore passassero davanti ai suoi occhi le nozioni più necessarie per vivere."
Il Dagherrotipo
"Nel frattempo, Melquìades terminò di effigiare nelle sue lastre tutto quello che era effigiabile a Macondo, e abbandonò il laboratorio di dagherrotipia ai deliri di José Arcadio Buendìa, che aveva deciso di utilizzarlo per ottenere la prova scientifica dell'esistenza di Dio. Mediante un complicato processo di esposizioni sovraesposte prese in diversi luoghi della casa, era sicuro di fare prima o poi il dagherrotipo di Dio, se esisteva, o di porre fine una volta per sempre all'ipotesi della sua esistenza."
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